Intervista a Simone Alessi a cura di Gabriella Ciccopiedi – Leggere:tutti

Simone Alessi, classe 1985, è nato ad Urbino dove ha frequentato l’Istituto d’Arte “Scuola del Libro” con particolare passione verso le tecniche incisorie. Trasferitosi successivamente a Bologna, dove ha iniziato a frequentare l’Accademia delle Belle Arti conseguendo la laurea a pieni voti in Scenografia, Progettazione spazi espositivi e Territorio, lavora nel campo della grafica pubblicitaria e multimediale ma senza tralasciare la sua passione per l’arte, la scrittura e la ricerca storica di credenze e rituali della tradizione stregonesca e mitica italiana.

Chi è Simone Alessi?

È un ragazzo cresciuto aspirando a migliorarsi ogni giorno, cercando in tutti i modi di mantenere i suoi sogni vividi e nutrire la sua immaginazione tramite l’ispirazione e la bellezza della nostra terra. Simone, o per meglio dire, io, non sono altro che una persona che ha vissuto tante esperienze belle quanto brutte e, grazie a queste, sono riuscito ad andare avanti, nonostante l’impervio percorso della vita. Simone può avere tanti nomi, volti, vite ed esperienze ma alla fine è semplicemente un eterno ragazzo che aspira ad un mondo echeggiante di “magia” e significato e che conserverà sempre la sua voglia di dipingere il mondo.

Blake. Il divenire degli dei è il tuo primo libro. Quanto c’è di Simone all’interno?

“Blake. Il divenire degli dei” è cresciuto con me, o per meglio dire, io sono cresciuto con lui: in esso è incisa la confusione dell’adolescenza, la ricerca di un amore impossibile o addirittura il lutto più concreto. Ovviamente questi argomenti sono stati alleggeriti e in alcuni punti trasformati affinché fossero comprensibili, ma serbano ancora l’essenza delle emozioni. Blake è come se fosse un mio amico, quanto Morte, Hecate e Luce ma, nonostante la mia vita, essi hanno sempre vissuto al di là delle mie scelte e del mio percorso. Sono sempre stati lì, come ombre silenziose, a raccontarmi le loro storie e le loro avventure. Ho camminato al loro fianco e, grazie alle parole scritte, possono essere ricordati e amati. In un altro secolo le avrebbero chiamate visioni o addirittura spettri ma a me piace decisamente di più chiamarli “amici immortali”.

Come ti sei avvicinato al mondo fantasy e perché hai deciso per questo genere?

Il genere fantasy, quello vero, è il regno della verità più ingannevole. Da sempre nella storia dell’arte e nella letteratura si è sempre giocato con la fantasia, come le rappresentazioni idilliache dei dipinti e dei ritratti dove delle mute creature fissano lo spettatore mostrando una bellezza assai diversa dalla reale beltà; oppure la letteratura immortale, che vede protagoniste le storie d’amore tanto travolgenti da irradiare sentimenti contrastanti fra le mura dei palazzi e dei castelli più conosciuti. Ho dipinto con le parole quello che respiriamo ogni giorno nella nostra incantevole Italia: l’arte, la storia e le leggende. Divinità, magia, bellezza e stupore non sono altro che gli ingredienti che possiamo ritrovare in un quadro di Sandro Botticelli quanto nella letteratura classica o biblica. Io, diversamente, credo che la fantasia sia lo scudo più resistente per l’essere umano ed è l’unico modo per sopravvivere ad una realtà cinica e spesso disprezzabile. Il fantasy è un modo diverso di interpretare la realtà e non per questo è meno reale.

Leggendo il libro salta subito all’occhio la diversità che prova il protagonista in una società così moderna. Qual è il significato dietro questa metafora?

Blake nel libro è inizialmente affascinato da una realtà tanto fugace quanto colorata, ma crescendo, comprende che l’essere umano non può basarsi solo sull’apparenza e la perfezione. La sua crescita interiore va a definirsi quando comprende il vero fine della tecnologia e ciò che è necessario avere per essere felici: l’umanità e l’amicizia.

La tecnologia portata all’estremo può essere disorientante: ci rende eternamente in contatto col mondo ma anche eternamente divisi e basta un semplice pulsante per distruggere ciò che conosciamo. La magia, nemesi e sorella della tecnologia, non è altro che la ricerca di qualcosa di puro e meno artificiale. In essa vi è racchiuso il vero spirito umano e la sua elevazione.

Oltre al non riconoscersi nella società, descrivi anche i problemi di un adolescente nel riconoscersi nel mondo, a lui, contemporaneo. Quanto c’è di te in questa immagine

L’adolescenza è un periodo molto difficile e assai diversa per ogni individuo. Il corpo cambia, la mente aspira a situazioni molto differenti facendoci allontanare dal periodo infantile. Nell’adolescenza scopriamo, sperimentiamo e spesso capiamo chi siamo in un labirinto di passioni e confusione. In una “guerra personale” si cerca di inserirsi in un gruppo o al suo opposto nascondersi, per la semplice voglia di essere qualcuno in un caso o nell’altro. Io ho avvertito questo mondo e l’ho sfiorato con la determinazione di un “cavaliere contro i mulini a vento” ma i tempi, seppur non distanti, erano assai differenti e ho sempre avuto al mio fianco degli amici e genitori unici. Ho vissuto situazioni spiacevoli che come ombre mi gettavano a terra lasciandomi vuoto, ma chi di noi non le ha vissute? Fortunatamente la mia vera avventura è iniziata nel momento che ho compreso che il “piacere” non era determinato dagli altri bensì da me stesso. Nessuno ha il diritto di giocare (per ignoranza o insicurezza) con la vita degli altri e in parte questo è Blake: un monito.

Il protagonista cambia il suo essere, trasformandosi in due entità: Blake uomo e Selene donna. Ci spieghi come mai hai scelto questa dualità, profondamente attuale ai nostri giorni?

Come affermava Carl Gustav Jung in ogni uomo vi è una componente femminile inconscia (Anima) e in ogni donna altresì una componente maschile (Animus). Ogni essere umano ha in sé un lato femminile e un lato maschile (yin/yang) a prescindere dal proprio sesso così da mantenere un equilibrio armonico. La nostra società, nonostante il suo passato pre-cristiano, soffre di questa perduta simmetria relegandosi in ruoli sessuali rigidi e spesso ipocriti. Blake in sé è un adolescente come tutti gli altri ma nell’evoluzione della storia comprende che è attratto dal lato maschile di Enom e Lucifero. Non vi è nulla di male in tutto questo perché in realtà in lui vi è Selene; ma la domanda che vi pongo è questa: se Blake è Selene e Selene è Blake, non potrebbe essere che è Blake solamente a provare attrazione per i ragazzi? Mi piace ribadire che Blake è un semplice ragazzo, senza un’etichetta dettata dalla società ed è così che dovrebbe essere per ogni Blake del mondo. Molti potranno vederlo come un dio antico, altri come un ragazzo omosessuale o eterosessuale confuso, altri come un mostro, ma la verità è che tutti noi siamo liberi di essere ciò che siamo a prescindere dalla cultura, provenienza e religione.

Il mondo antico, con miti e leggende, è estremamente presente nella trama. Come mai hai scelto questo mix di antico e moderno?

Gli dei sono la più elevata manifestazione delle speranze e delle paure umane. In loro vi è la manifestazione sensibile dello spirito umano e possiedono caratteristiche uniche e contraddittorie, proprio come l’uomo stesso. Immortali, potenti, generosi e vendicativi. Gli dei sono i nostri creatori e allo stesso tempo noi li alimentiamo donando loro l’esistenza eterna. Gli dei sono sempre attorno a noi e possiamo incontrarli in ogni manifestazione, naturale o meno, ed è per questo ho voluto scrivere di loro, per rammentare la loro presenza in modo non convenzionale. La storia, il tempo e i vincitori hanno trasfigurato molte figure “mitologiche” e “storiche” e ho voluto vedere l’altro lato della medaglia dove il vinto potesse raccontare la sua storia senza intromissione del vincitore. La leggenda, il mito, la religione sono storie attuali vissute in epoche distanti. Avvicinarsi alla natura equivale ad avvicinarsi agli dei e dunque a noi stessi.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Ti vedremo ancora in libreria?

Progetti futuri? In realtà per Simone non ho pensato ad alcun progetto se non quello di scoprire il mondo, nelle sue infinite sfumature e raccontarlo nel suo molteplice splendore. Sogno la felicità. Diversamente da me, Blake, mio amico da lungo tempo, vedrà un progetto più ampio che lo porterà a nuovi mondi e a nuove consapevolezze in una “rinascita” che darà vita ad un vero e proprio percorso che lo farà diventare un uomo.

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